Abbandono, vuoto, destino. Desolazione di una guerra combattuta ( vissuta ), revocazione della vita che fu. Non m’appartiene. Conflittuale convinzione di un passato prossimo privo d’identità. Visto da un angolazione contemporanea. Ieri, passato remoto. Domani, imprevedibile incognita. Aree dismesse della vita. Spazi abbandonati senza collocazione leale. Scenari insignificanti d’illogica comprensione. Tutto si distrugge. Il tempo, leale compagno del destino, trasforma il tutto nel nulla. Distrugge ogni appartenenza collocata e la ripone sugli scaffali del dimenticatoio.
“Pace” area dismessa di questa epoca. Recuperarla restituisce il tutto al nulla e riempie il vuoto.
Descrizione del lavoro di Kadhum
“PAX” scritta con detriti e recintata dai sacchi – di protezione – di sabbia.
L’abbandono, il vuoto, il destino, la desolazione della guerra combattuta e vissuta che sente non appartenergli. È la conflittuale convinzione di un passato prossimo privo d’identità, visto da un’angolazione contemporanea, nel cui futuro c’è solo un’imprevedibile incognita. Sono aree dismesse della vita, spazi abbandonati senza collocazione, scenari insignificanti che il tempo distruggerà, riponendole sugli scaffali dell’oblio. È la “Pace” l’area dismessa di questa epoca. Recuperarla restituisce il tutto al nulla e riempie il voto.
Macerie e sacchi da barricata, misure variabili.
Roberto Borghi