Astratti – Abstract

Lavori astratti dal 1985 al 1993
Some abstract works from 1985 to 1993

Mostra allo Spazio Arte del Centro Culturale San Fedele – Milano – Giugno 1991
“Tran-S-formazione”

Un filosofo del V secolo prima di Cristo, Democrito di Abdera, pensava che tutto il mondo fosse costituito di atomi in eterno movimento che “sopraggiungendosi, reciprocamente si urtano, e gli uni rimbalzano come si trovano, gli altri si allacciano fra loro secondo la simmetria delle forme, delle grandezze, delle posizioni e disposizioni e si raccolgono e così si compie la nascita delle cose composte…”.

Di fronte alle opere di Kadhum le parole del grande filosofo atomista risuonano evocatrici di una comune forza espressionistica. Le tele riportano il segno pittorico che talvolta scivola lieve come l’acrilico richiede, talaltra sembra soffermarsi a creare uno spessore, a sottolineare un piano creato da una voluta increspatura di gesso, da una spatolata di stucco. Tutto è immerso in un colore che nel suo continuo mutare mostra una sorprendente vitalità perchè, come dice lo stesso Kadhum, “da un colore nascono altri colori”. Forse non è a caso se nelle sue opere torna quasi ossessivamente il viola: il più cagiante, il meno stabile dei colori che non sai se viri al rosso o al blu, al turchino o al rosa, sempre pronto a mostrare una luminosità che sa poi perdere in un’improvvisa opacità.

È da questa superficie omogenea che emergono piccoli segni fatti di violenti cromatismi, come lampi improvvisi che attraversano la tela rischiarandola e lasciandoci con la sensazione di poter vedere quegli atomi di cui si parlava che danzano e si allacciano in un crescendo di vivacità e di tono.

Kadhum lascia che questi richiami nascano in noi, non li autorizza nè li respinge convinto che non esiste una, ma esistono tante realtà e altrettanti modi di vederle.

Qui sono esposte opere di anni diversi: delle quattro meno recenti-dipinte fra l’88 e il 90- due evocano il Codice di Hammurabi le cui tavole di forma irregolare hanno colpito l’immaginazione dell’artista. Il tema della crescita lega invece le altre nove grandi tele e i tre “quartetti” composti da una sequenza di quattro immagini dove i temi della crescita, della ciclicità, dell’iterazione emergono in modo

evidente. Ancora una volta le parole di Democrito tornano a intrecciarsi ai colori, alle forme che si sviluppano in modo sempre più definito: “Nessuna cosa nasce a caso, ma tutte secondo ragione e necessità”.

Roberto Mutti

Kadhum è nato a Baghdad nel 1961 e da 11 anni risiede in Italia.
Ha già esposto in numerose mostre personali e collettive in Iraq e Italia. Autodidatta, la sua pittura ha abbandonato ogni richiamo realistico affidando le sensazioni ai cromatismi dagli accostamenti audaci. “Quando sto insieme ai colori – dice – sto benissimo”.

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